sabato 16 marzo 2019

UN UOVO


"L'onestà costa molto più di una Ferrari!", mi diceva sempre il mio vecchio nonno.
Ed io non capivo e vivevo in un mondo che pareva reale ma che in realtà  era fatto di nuvole.
Poi, piano piano, con il passare del tempo, il cielo si aprì, lentamente, negli anni ed io credetti di comprendere e provai a seguire quella significativa e concreta retta via.
Le nuvole, però, ci misero ancora decenni per levarsi di mezzo, per aprire un buco tanto vasto e sgombro da far entrare il primo raggio di sole.
Ed il sole arrivò.
"Onestà morale!" mi dissi un giorno e tutto divenne chiaro.
"Adesso facciamo i conti! Quante Ferrari dovrò acquistare da qui in avanti?"
Tutto intorno i contorsionisti della morale hanno fatto in modo che la moralità si trasformasse in un mucchio di spiccioli, monete, banconote, conti bancari; di modo che tutto il genere umano si dividesse in due categorie soltanto: i ladri presi e messi in prigione ed i ladri mai scoperti ed in parte moralmente autorizzati.

Se escludiamo una terra con una storia di lacrime e sangue quasi infinita, un genocidio ancora sussultante che ha eliminato dal pianeta milioni di persone.
Se escludiamo montagne tanto alte quanto meravigliose, gorilla e vulcani, dolci colline e veneri nere.
Se escludiamo immense praterie, eserciti e leoni, elefanti e gazzelle, migliaia di chilometri di coste e savane.
Se escludiamo meteoriti e scarpate di viva roccia, foreste interminabili e laghi grandi come nazioni.
Se escludiamo deserti di sale e di sabbia, miraggi di altri mondi, delta allagati ed uccelli multicolore.
Se escludiamo vallate lunari e ferrovie antiche come la terra, mari tempestosi e torri d'avorio.
Se escludiamo tutto questo, da qui, da questo confine fino alla fine del mondo, lungo un sentiero di seimila chilometri, non resta altro che il Malawi.
Lago e montagna e nel mezzo tutta la vita del genere umano, dall'uomo delle stelle al rettile, dall'australopiteco all'"uomo con il computer".

La strada che percorre le vette si snoda lungo percorsi sinuosi, affacciandosi su laghi immensi e strette vallette. I pini lasciano spazio all'eucalipto e quest'ultimo alla mangrovia che scivola nel profondo mutandosi in alga.
Questa strada già percorsa scorre via ed un sussulto raggiunge il cuore: "che sia questo il posto adatto?"


Safari lungo sentieri piste e strade. 
Si snoda così la volontà di viaggiare, disintrecciando vecchi percorsi per vedere il filo tutto in un pezzo, senza pieghe e nodi. 
All'improvviso la voglia di fermarsi diventa più forte di quella di muoversi. la voglia di restare invece cede in fretta il passo alla febbre da movimento. basta raccogliere le idee e vedere cosa si può fare.
D'improvviso, quello che succede ti coglie alla sprovvista. 
Quel filo che sempre percorri diventa troppo stretto e la tua lunga vista troppo debole. 
Conoscere, condividere, esplorare l'interno di quella fantasmagorica e memorabile superficie.
Il tempo che sempre ci resta è troppo poco o breve per non cercare di entrare ed interagire.
Un filo lungo cento chilometri si srotola come un foglio e crea un mondo immenso, un milione di volte più grande, sul quale le persone si muovono, si sdraiano e vivono.
Gli equilibristi del filo, che devono scartarsi al tuo passaggio perché sul sottile c'è posto per una persona sola, possono ora conoscerti ed eventualmente restare o scartarti.
Ecco una scelta.
Fermarsi. 
Non Restare. 
Fermarsi è una scelta piena come un uovo e come esso ricca di senso, significati, analogie e vita.
L'uovo è li, deposto dalla creatura volante più grande del mondo, il pensiero.
L'uovo è li, a metà strada tra il lago e la montagna, salvo ed al sicuro in un paniere fatto di persone, terre e milioni di alberi.
Da qui lo sguardo spazia fino alle vette intermedie e bastano quattro passi per raggiungere la terrazza da cui scorgi l'infinito. Da qui, seduto, scopri che l'infinito è più vuoto che pieno ed è calmo, stranamente calmo.
Troppe immagini, volti, colori, suoni, denti, foglie, incidenti, fumi, nebbie e vetri. fango sudore e fatica; cieli, grigi, blu, rossi, d'oro e d'argento. Stelle cadenti fissate nella corsa, soli accecanti e lune passanti.
Tutto, ad un tratto, si apre e riserva soli cento chilometri di avventura su una strada rossa che porta a mete tanto vicine quanto irraggiungibili.
La terra dei giganti si trova proprio li, tra il lago e la montagna, coperta di un verde senza ombra e da un cielo blu senza nubi all'orizzonte.
Costruzioni che diventano case. Macchie che diventano fiori di tappezzeria. Approssimazioni che dopo un certo periodo paiono lavori ben fatti e macchie d'erba che si trasformano in prati.
Le  facce nere come il carbone si schiariscono ed assumono lineamenti riconoscibili per quello che sono.
"Ecco" ti dice l'Uomo che Passa, "vedi, ora la strada è dissestata e scavata dall'acqua delle ultime notti, ora puoi si percorrerla ma puoi anche appianare le buche, scalzare i sassi e renderla una strada buona. Ora, se te la senti puoi andare avanti all'infinito, puoi portare sassi e consolidare il fondo, puoi portare terra asciutta e creare un manto uniforme, puoi impastare il cemento o comprare e stendere l'asfalto, puoi piantare pali e costruire muretti e poi passare più e più volte per questa stessa strada e puoi farla usare ad altre persone, automobili, animali e carri. Puoi creare la magia del tuo passaggio, una magia non eterna ma molto duratura che, come un vecchio re, un giorno cederà il suo sapere ad un qualche figlio di passaggio."
L'Uomo che Passa dice queste cose senza sapere che parla per tuo conto, senza sapere che non esiste, senza sapere che è una tua invenzione, tale quale quel muretto che forse un giorno sorgerà lì, accanto al selciato.
Sono persone, quelle che abitano questa antica terra di giganti, sono persone che hanno perso qualcosa e trovato qualcosa d'altro; sono persone che sono qui per qualche motivo, non a caso abitano questo posto disabitato. 
Non tutti siamo uguali a questo mondo e che pianga pure l'inventore di questa sbagliata idea. 
Non tutti valiamo per quello che siamo, ma per quello che possiamo fare, dare, avere.

Ecco, uno dei modi è quello di imboccare quel sentiero sulla sinistra, accedere a quella piccola proprietà e provare a stare seduto qualche ora…almeno fino al tramonto.

Poi verrà il buio!



di Luca Oddera

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