sabato 16 marzo 2019

BE OR APPEAR


Conoscevo quella persona da almeno vent'anni. 
Si ci conoscevamo ma per anni e anni non ci vedemmo ne frequentammo.
Poi di nuovo avemmo a che fare l'uno con l'altro.
In verità erano più persone, alcune delle quali le conoscevo dalla loro nascita, altre da pochi anni.
Quello che mi ha sempre colpito sono questi personaggi che in qualche modo appaiono o sicuramente appariranno squallidi, quando i veli delle mode cadranno e le foto ingialliranno o risulteranno poco definite dal tempo.
Sono persone estremamente deboli.
Più di una di queste persone mi ha affiancato nella vita.
Simulando miei modi di fare, miei comportamenti, addirittura mie abitudini nel vestire. E si che mi vesto male ed in maniera sbrigativa. 
ma tutto ciò non è di grande importanza, anzi potrebbe essere vista come una sana ed inconscia forma di adulazione o ammirazione.
Il problema sorge quando le cose scendono nel profondo e questi personaggi si appropriano della tua vita attraverso il furto di idee, di frasi, di concetti e quello che è peggio dei tuoi ricordi, che diventano i loro ricordi.
Ecco fatto, una nuova, finta persona è nata. 
Una specie di figlio deforme nato da una relazione in gran parte unidirezionale e mai fisica. 
Il mostro è nato!
I ricordi rubati, in questo caso rubati a me, si inseriscono nella vita di qualcun altro, la storpiano ovviamente, ma il nuovo mostro non se ne accorge, li fa suoi davvero; almeno spero, altrimenti sarebbe un professionista dell'inganno.
Diventano ricordi falsi si ma ripetuti così tante volte da divenire veri, da far parte del suo retaggio. 
Ma stonano. 
Questi falsi ricordi, rubati, stonano perché mal si amalgamano con le scelte personali, con la storia personale e tal volta addirittura con la fisionomia della persona. 
Quindi un nuovo mostro è nato, ma è un mostro finto, una persona fittizia mai esistita.
Un impostore direi.
Nella fattispecie questo tipo di furto è alquanto strano poiché al momento del furto, che non avviene comunque in un lasso di tempo limitato ma è una sorta di processo, l'oggetto del furto non viene sottratto, ne viene invece fatta una sorta di fotocopia, ritoccata e sbiadita che va a far parte di un'altro insieme, un'insieme che mal ci si incolla.

Così mostri e doppioni deformi, di idee, di ricordi, di frasi, di momenti di vita, si aggirano come fantasmi in quella che apparentemente, invece che vita, sembra una casa degli specchi, con un solo soggetto reale e proporzionato e mille nuove immagini riflesse da specchi concavi, convessi o semplicemente difettosi….
Ecco, la realtà diventa poco reale. 
La persona che hai davanti non è quello che dice di essere, non è come vuole far vedere, e non sa nemmeno più riconoscersi per quello che è poiché non può essere onesta con se stessa.
E dall'altra parte l'osservatore troverà deformata quella che era l'immagine originale e proporzionata, la vedrà come una caricatura della caricatura deforme e falsa e quindi perderà, senza saperlo, il senso della realtà e si aggirerà in una casa degli specchi in cui apparentemente non esiste più l'originale.
Per questo, alcune volte, si può dire che la realtà sia una finzione. 
Per questo una persona sensibile, persa nella casa degli specchi, potrebbe sentirsi a disagio, poiché vede mille immagini distorte e riflesse ma in alcun modo riesce a definire la sorgente dalla quale derivano. Ne perde il senso.
Certo si potrebbero rompere ad uno ad uno tutti gli specchi fino a lasciare il soggetto originario a nudo, ma è un lavoro lungo lungo, a volte non basta una vita per romperne uno solo. Quindi ci si lascia andare e si accettano le false immagini.
Tanto, l'importante è sempre e comunque darsi un tono, apparire qualcosa d'altro, perché evidentemente ci si vergogna pesantemente di ciò che si è.

E così il gioco delle parti fa rimbalzare la pallina fino all'atto finale, giorno in cui la morte stessa porterà via qualcuno che solo lei conosce.


Di Anna Freud.
Traduzione dall'inglese di Marilyn Monroe e Joe Di Maggio. 

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