sabato 16 marzo 2019

MORTE


La ancor piccola creatura dal cuore nero, ammalato del male supremo, si lascia sconfiggere da un dolore troppo grande cui i cuori umani non possono far fronte.
Troppo facile non credere nel padre supremo che donò un figlio ad un dolore. 
Troppo facile fuggire nell'una o nell'altra direzione quando il tuo benamato cucciolo soffre di morte più del figlio divino.
Tutte le lacrime si asciugano prima di toccare terra tranne quelle dell'uomo prostrato e distrutto che ha annientato la sua distanza dal suolo.
Le lacrime che cadono da uomini quasi interrati toccano il suolo e favoriscono il germogliare di pene e dolori, amori e gioie; non si asciugano in invisibili nubi prima di toccare la terra!
Immense distanze, diventano pochi metri invalicabili, ma nulla al confronto dell'abisso generato dal cessare di ogni sua parola, gesto o pensiero.
L'immenso baratro cessa di esistere nel mondo e si rintana nel cuore già malato creando una nicchia di vuoto più grande del suo contenitore.
Da qui in poi la strada è in discesa, senza buche ne imprevisti; dritta fino all'inferno.
Questa volta non basteranno antichi e moderni riti e miti, poesie e romanzi che succhino la vita degli altri per farsi riconoscere dal tuo cuore perduto.
Questa volta non basteranno lacrime di grano incastonate nel perfetto ovale del moderno alambicco in cui fermentano sogni e disordini.
Questa volta ne l'ultima ne la prima voluta di fumo denso riusciranno a saturare polmoni che, ormai inerti, non accettano conforto alcuno.
Questa volta nemmeno quel sole di un altro mondo, che ogni tanto guizza dietro la bassa collina del paese dei sogni, basterà a scaldare il freddo dell'incomprensibile visione del feretro panciuto e oblungo.
Lascia le ossa alla terra che di sassi non ne ha mai abbastanza.
Lascia i tuoi liquidi ad un avido terreno asciutto di umori.
Dimentica nell'aria il tuo ultimo pensiero.
Sospira un'ultima volta rivolto al cielo di cemento che sempre sovrasta ogni schema.
Sdraiati ed aspetta che il prossimo respiro si compia da solo, senza che la tua volontà lo richieda.
Dormi un sonno tranquillo perché, uscito dall'incubo, nessun mare sarà più in grado di cullare il tuo riposo; nessun suono raggiungerà più la tua anima profonda che la morte ha reso assente ed inebetita.
Non saranno più il sole e la pioggia ad asciugare o bagnare le membra stanche di una vita di ritiro.
Gli affetti umilieranno tutte le direzioni prese in passato e renderanno inutili e sbagliati tutti gli atti che avranno da venire.
Non avrai più nulla da vedere, pensare, sentire, dire. 
Sarai un sasso assiso sul sofà di legno che aspetta il suo ultimo cambiamento: quello che lo trasformerà in polvere. 
Senza dolore.
Di tutto questo nessuno sa niente e le parole che giungono da lontano non sono dirette al tuo orecchio ma alle stesse autonomie che le pronunciano.
Scivoleranno da lontano suoni dolci come il miele che anche per un solo secondo, pur cercando di darti un rimedio, non ci riusciranno.
La cura che resta è un sonno eterno che purtroppo non esiste.
Quindi dormi un sonno tranquillo perché, uscito dall'incubo, più nessun mare sarà in grado di cullare il tuo riposo.


di Un Uomo
traduzione dal silenzio di Un Uomo

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