sabato 16 marzo 2019

AFTER è una cosa buona


"Del resto, per restare li a contare gli spiccioli da dare al Grande Mostro Contabile (G.M.C.) pare sia meglio legarsi qualche piuma al braccio e buttarsi giù dalla collina"
Così andava dicendo quel tipo che vidi camminare dalla città alla collina……però l'ho anche sentito cristonare, nemmeno troppo sommessamente, perché, diceva, era rimasto a piedi.
Ecco che cosa ho capito, ho capito che era felice, pareva felice di essersi scrollato di dosso quell'opprimente peso con il quale ti tengono schiacciato a terra tutti coloro che quel peso lo chiamano responsabilità.

Così decisi di tirargli un urlo per dargli un consiglio:
"Hei tu", dissi a voce alta alzando il mento  nella sua direzione, "Hey tu, stai all'occhio, scegli bene la tua collina; scoscesa e pietrosa non te la consiglio…..cerca qualcosa di più…come dire, collinare, un dolce declivio erboso per esempio…"
Mi guardò in modo strambo, quasi non capisse. Del resto parlava un'altra lingua e la mia la conosceva ben poco.
Ma com'e, come non è, io comunque parlo in musica ed allora qualcosa giunse comunque al suo orecchio, ne son certo, poiché sfilandomi accanto lo sentii smettere di bestemmiare e lo vidi camminare  un poco più diritto, un poco più sciolto e vidi persino che il sole gli infastidiva meno gli occhi.
Pareva una buona azione, la mia, sul momento, se nonché tutt'attorno mi s' affollavano una miriade di sordi, scure caricature che pareva di me avessero nessun bisogno.
Quello era il posto! Mi dissi allora, si si, quello era il posto giusto…..
Pochi macchinari all'orizzonte, pochissimi ingranaggi disposti a girare con sempre meno olio, nessun mostro dai tentacoli bipedi che chiedeva, chiedeva, chiedeva…….e tante colline dolci ed erbose nei dintorni.
E poi, arrivare lì richiedeva una lunga, lunghissima via, irta di insidie e trabocchetti e quindi chi ci arrivava aveva tante cose poco noiose da raccontare e questo è davvero importante se vuoi passare una bella serata ed alzarti al mattino pieno di energia.
E poi, a me pareva, a me che li ero arrivato da poco, che il mondo fosse più nuovo, si insomma, più giovane, per così dire, così giovane che ovunque potevi vedere i segni della sua infinita vecchiaia, e se questa vi pare una contraddizione allora vuol dire che non siete stati attenti.
Laggiù le strade sembravano appena scavate nella terra e comunque ti davano l'idea di essere lì per lo meno da millenni, sentieri prima, strade poi, ovviamente, ma qualcuno c'era già passato.  Non molti per dire la verità e molti di coloro che passarono prima di me, comunque, non se ne resero conto…..così le strade erano sia vecchie che giovani. E questa è una cosa buona.
"Scegli tu il posto dove camminare!" gli urlai ancora dietro…….spero mi abbia sentito ma penso non avesse bisogno di quest'ultimo mio consiglio…ma mi piace parlare quando penso.
E' ben giusto decidere dove posare i piedi, senza dover per forza calpestare tutto ciò che ci dicono e, solo nella lunga domenica senza coda nera, calpestare pezzetti d'erba sintetica se ci piace l'erba o roccette di plastica dagli infimi panorami se ci piacciono le roccette; ma che ciò venga fatto sempre e comunque forniti e vestiti di costose attrezzature. La scarpa per la roccetta, la scarpetta per l'erbetta, il ramponcino per il paretino, il cappellino per la salita e quello, uguale ma diverso, per la discesa.  Si, SI, è più giusto posare i piedi dove meglio ci si trova…..e comunque questa sarebbe già una bella responsabilità……se non lo fosse!

Così considerando mi fermai sotto un tetto di lamiera ed ordinai una zuppa di carne e patate calda e unta e buona.

Le sedie erano di plastica, un pò consunte e, a dir la verità, nessuno sentiva il benché minimo bisogno che fossero di acciaio, alluminio o chissà chè. Si stava bene così e, a dispetto della latitudine, c'era una certa fresca brezza che ti consolava.
Ecco perché alla fine decisi di rimanere per vedere se quel tizio cui avevo urlato consigli poco prima sarebbe tornato.
Tornerà, tornerà, mi dicevo sorbendo il brodo della zuppa.
Tornerà perché in questa zuppa c'è un bel pezzo di carne gustosa ed una grossa patata bollente.
Solo la Coca Cola era un poco calda o meglio, non troppo fredda.
Mangiai la carne, la patata, bevvi tutto il brodo e la coca, pagai, poco, e mi misi in cammino.
Verso sud mi dicevo, ma stavo andando verso est, solo che la strada era quasi tutta in discesa e quindi, a me, sembrava di andare a sud…..
Il paesaggio era rassicurante. Perché? Non lo so, ditemelo voi.
La gente camminava, guidava (poco) e pedalava. Tutto questo per muoversi. Ma mi pareva che la maggior parte di essi stesse ferma, sulle sue posizioni, si, ma sopratutto nel posto in cui si trovava. Piccoli scambi di piccole merci strappavano sorrisi qua e la e anche piccole o grandi languide occhiate nei miei confronti non facevano altro che strappare tutt'intorno dolci sorrisi.
Gruppetti di persone stavano all'ombra a scambiarsi frasi e parole prendendo quello che veniva come veniva senza decidersi ad interrompere quel flusso benefico.
E questo è bene.
Si è bene perché quando vuoi interromper quel flusso benefico per dire la tua pare tu faccia solo ridere i polli. 
Ed i polli, lo sappiamo tutti, non sono famosi per produrre gradevoli risate…e nemmeno dolci sorrisi.
La strada saliva, poi scendeva, poi saliva tanto, poi scendeva di nuovo e poi risaliva un poco. Poi cominciava a scendere senza smettere, fino alla meta.
La meta era, o almeno avrebbe dovuto essere, un immenso specchio di acqua dolce e quando dico immenso intendo proprio immenso e quando dico dolce vuol dire che è proprio dolce.
Così, un pò per fortuna, un pò perché avevo voluto cercare di interrompere il flusso malefico, il viaggio divenne una passeggiata, le avventure la mia vita, lo straniero un amico e la terra riarsa si trasformò in terra fertile e verde…..ed apparvero i ruscelli, i torrenti, gli alberi giganti e i misteriosi uccelli microscopici, i serpenti si allontanarono, le persone salutarono ed i cani abbaiarono. Su e giù, su e giù. Era cominciata la discesa, così passeggiando in una sola direzione senza troppa fatica avevo il tempo di guardarmi attorno.
Che bel posto mi dissi una volta di più, mi piace pensare  che oltre quell'orizzonte ce n'è un altro e poi un'altro ancora, all'infinito, beh, non proprio all'infinito, ma così tante volte che per noi così piccoli è quasi infinito.
E questa è una cosa buona. E' buona perché quando l'orizzonte è troppo piccolo tu non puoi fare altro che comprimerti mentre quando è così grande….beh, dovreste saperlo…c'è più spazio, è semplice.
E collina dopo collina, a scendere, l'immane specchi d'acqua si avvicinava, si avvicinava perché lo so, ma ancora non lo vedevo.
Passai per strade quasi deserte, ricche di grande vegetazione alta e lussureggiante e per nulla opprimente. Passai attraverso gruppi di case e di uomini che sorrisero e salutarono, presi curve in discesa e rettilinei in pianura….ma scendevo sempre.
In tasca non avevo molto ma mi consolava parecchio il fatto che non c'era nulla da comprare e questa è una cosa molto buona quando in tasca hai poco.
Mi chiesero tante volte se volevo un passaggio ma declinai l'invito, il sole era ancora alto nel cielo e sapevo esattamente a che ora avrei voluto arrivare dove stavo andando.
Arrivarci troppo presto avrebbe voluto quasi dire andare in un'altro posto e quindi affrettarmi o prendere un passaggio sarebbe stato esattamente come dire:"toh, ora decido di sbagliar strada"
L'acqua apparve dietro una collina, come in una canzone, il lago sterminato come un mare scintillava di luce dorata, come in una canzone, le prime forme cominciavano ad annebbiarsi per diventar sagome di un rosso tramonto, come in una canzone, ma mi accorsi che una canzone c'era davvero, arrivava da un cortile dove brevi preghiere si alternavano a lunghi canti che mi rapivano.
E scendevo, scendevo, scendevo.
Arrivai sulle sponde delle acque, così come niente fosse, trovai un luogo abbandonato, deserto solitario. una spiaggia lunga ed arcuata si interrompeva di qua e di la facendo emergere dal lago una enorme foresta. una sola pietra, grande e tonda era lì, vicina all'acqua, mi sedetti e rimasi stupefatto, stordito, affascinato a contemplare tutto quello che vedevo.
Ero solo, li dove volevo essere e fu così che mi accorsi che quell'uomo cui avevo gridato i miei consigli era già tornato ed era li con me ed era un uomo nuovo, più alto, più tranquillo, più rilassato e molto molto più buono di prima……..ed aveva anche una macchina!
"Bello qui vero?" mi disse
"Molto bello" risposi.
"quando viene buio, se vuoi ti do un passaggio per tornare su" continuò.
"certo grazie" dissi
"però prima ci fermiamo al bar qui dietro a bere due birre…"

"Una Io ed una Tu"

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